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2 Principi e requisiti

2.1 Categorie di liquidi

Secondo la direttiva W3/C1:2013 della SSIGA, i vari fluidi sono suddivisi in cinque categorie in base alla loro contaminazione:

Acqua destinata al consumo umano che proviene direttamente da un impianto di acqua potabile ed è conforme alle direttive della legislazione sulle derrate alimentari.

Fluidi che non rappresentano un pericolo per la salute delle persone. Fluidi adatti al consumo umano, inclusa l’acqua proveniente da un impianto di acqua potabile che può presentare modifiche relative al sapore, allʼodore, al colore o alla temperatura (riscaldamento o raffreddamento).

Esempi: Acqua potabile calda, raffreddata o contenente succhi di frutta, zuppe, caffè, acqua proveniente dalla cottura di alimenti ecc.

Fluidi che rappresentano un pericolo per la salute delle persone a causa della presenza di una o più sostanze tossiche.

Esempi: Acqua di impianti di riscaldamento senza additivi, acqua contenente antigelo, acqua di lavaggio di stoviglie e strumenti da cucina, acqua della cassetta di scarico, acqua usata per attività odontoiatriche ecc.

La delimitazione tra le categorie 3 e 4 è stabilita dal documento della Direttiva europea 93/21 CEE del 27 aprile 1993 nella misura di LD50 = 200 mg/kg di peso corporeo. LD50 indica la dose orale di sostanza tossica che ha un effetto letale sul 50 % delle cavie da laboratorio.

Fluidi che rappresentano un pericolo per la salute delle persone a causa della presenza di una o più sostanze tossiche o particolarmente tossiche oppure una o più sostanze radioattive, mutagene o cancerogene.

Esempi: Acqua con sostanze attive in superficie, acqua con disinfettanti, acqua con algicidi, acqua di impianti di riscaldamento con additivi ecc.

Fluidi che rappresentano un pericolo per la salute delle persone a causa della presenza di agenti patogeni, virali o microbiologici, di malattie trasmissibili.

Esempi: Acqua piovana, acqua di piscine, acqua di lavatrici, acqua del WC, acqua per l’abbeveramento di animali ecc.

2.2 Cause del riflusso

Il riflusso può essere dovuto a tre diverse cause:

  • Contropressione

    Si verifica per l’aumento della pressione negli impianti dell’utenza, dovuto ad esempio al riscaldamento dell’acqua in serbatoi chiusi o alla contropressione delle pompe.

    Esempio: Un circuito di raffreddamento chiuso con pompa è collegato alla rete dell’acqua potabile. In caso di protezione insufficiente, l’aumento della pressione nel circuito di raffreddamento esercita una contropressione sul fluido e lo fa rifluire nella rete dell’acqua potabile.

  • Riaspirazione dovuta a depressione

    Si verifica per la perdita di pressione nella rete di distribuzione pubblica, ad esempio in seguito a rottura di condutture, prelievo di grandi quantitativi di acqua per lo spegnimento di incendi o prelievo di acqua da idranti.

    Esempio: A causa della rottura di una conduttura, nella rete di distribuzione pubblica si verifica una depressione. In caso di protezione insufficiente, i fluidi contaminati, ad esempio provenienti dall’agricoltura, vengono riaspirati nella rete di distribuzione.

  • Riflusso dovuto a differenze di altezza

    Si verifica quando l’impianto dell’utenza è collocato in una posizione più alta rispetto al punto di allacciamento alla rete di distribuzione.

    Esempio: La piscina è collocata più in alto rispetto alla rete di distribuzione e all’allacciamento domestico. In caso di protezione insufficiente, per effetto della differenza di altezza l’acqua della piscina può fluire nella rete di distribuzione pubblica o nell’impianto domestico. Nel caso raffigurato, la riaspirazione iniziale aumenta il riflusso nell’impianto domestico.

2.3 Direttive e documenti della SSIGA

Le prescrizioni di base relative alle misure di protezione contro il riflusso di acqua non potabile dagli impianti domestici nella rete di approvvigionamento di acqua potabile sono riportate nel complemento 1 «Protezione contro il riflusso negli impianti sanitari» della direttiva W3 della SSIGA (in seguito W3/C1 della SSIGA).

A integrazione di questa direttiva è possibile fare riferimento alla norma EN 1717 «Protezione dall’inquinamento dell’acqua potabile negli impianti idraulici e requisiti generali dei dispositivi atti a prevenire l’inquinamento da riflusso» che, in alcuni punti, fornisce indicazioni più dettagliate.

La SSIGA ha pubblicato varie note tecniche per ambiti particolari. Per l’impedimento del riflusso sono rilevanti, in particolare, le note tecniche seguenti:

  • Nota tecnica SSIGA 10030 «Protezione contro il riflusso nelle aziende dell’agricoltura e dell’orticoltura»

  • Nota tecnica SSIGA 10009 «Protezione contro il riflusso in piscine e laghetti»

  • Nota tecnica SSIGA 10032 «Protezione contro il riflusso da doccette per WC o per bidet»

  • Nota tecnica SSIGA 10026 «Protezione contro il riflusso nella filtrazione a membrana»